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Lorita Tinelli, Presidente del CESAP, mostra una spiccata tendenza a ostentare qualifiche o meriti che risultano poco aderenti alla realtà.

Molti esempi sono illustrati in "Il Curioso Caso Lorita Tinelli", dov’è possibile leggere un lungo elenco di esagerazioni e travisamenti che suscitano uno stupore che lascia presto il posto all’ilarità.

Poiché la produzione di queste vanterie è particolarmente copiosa, questo blog si propone di integrare "Il Curioso Caso Lorita Tinelli", con una raccolta di citazioni sparse, analizzate attraverso un'ottica ironica e umoristica al fine di sorridere un po'.

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sabato 15 gennaio 2011

Pol Niuman un pò, bisfrattato – Esegesi tinellesca

Il Curioso Caso Lorita Tinelli dimostra la tendenza della Tinelli a esprimersi in “un italiano sorprendentemente esitante, che la porta talvolta a coprirsi di ridicolo”, evidenziando come la Tinelli confonde “sponsor” con “slogan”, mette la virgola tra il soggetto e il verbo, costruisce frasi senza senso oppure frasi che esprimono il contrario di quanto intende dire, ecc.

Curiosando sul sito del CESAP o sul blog della “docente universitaria”, ci si accorge che i casi riportati da il Caso Tinelli sono appena alcuni esempi. Eccone altri decisamente divertenti:

rischiando la salubrità mentale” (qui)
Corrisponde al celebre “migliorare l’ignoranza”. Può essere a rischio la sanità mentale, ma usando salubrità, che non significa salute ma che giova alla salute, si va "rischiando che sia di giovamento alla salute", il che non andrebbe considerato un rischio ma un auspicio (almeno per me che non sono un esperto del CESAP).

perchè ci danno lo sprone per” (qui)
È come "scivolare su una buccia di sapone". Il concetto viene reso correttamente, ma l'effetto comico è folgorante. La Tinelli ha fuso “ci danno la forza” con “sono di sprone”. Andrebbe rilevato anche l’errore di scrivere perché con l’accento grave (“è”), ma si tratta di un errore veniale e in questa pagina, che è una sorta di dizionario Tinellese Italiano che aiuti i neofiti a interpretare gli scritti della giornalista "immaginaria", quella degli accenti diventa una questione insignificante.

un pò per gioco e un pò per curiosità” (qui)
Questo invece è un errore molto grave. Secondo l'Accademia della Crusca "per ‘poco’ si ha po’ con l’apostrofo, l’unica forma ammessa dall’ortografia attuale e indicata dalle grammatiche". Abbiamo così una laureata in psicologia, in “criminologia giudiziaria” e in “grafologia” e che è “docente presso l’Università di Bari”, presso “Istituti professionali privati”, ecc. che non conosce le più elementari regole della grammatica italiana, quelle che si insegnano alla scuola elementare.

"ha fatto un intervento nella trasmissione radiofonica, La radio ne parla" (qui)
Con “ha fatto un intervento nella” probabilmente voleva dire “è intervenuta alla”, ma la cosa che maggiormente suscita stupore è l’uso che una persona laureata fa della virgola. È come scrivere: “mangiare la pizza, Margherita”.

"presentato da Katerin Spack, anno 2001" (qui)
È improbabile che Katerine (con la “e” finale) Spack abbia presentato qualcosa nel 2001. È l’immaginaria astronauta di una parodia ambientata nel 2125. Altre Katerin Spack non ne esistono (almeno secondo Google). A presentare nel 2001 era invece Catherine Spaak. Nel mondo della Scienza, ambiente in cui la Tinelli e il CESAP sostengono di appartenere, è motivo di discredito scrivere un nome in modo sbagliato, farlo in un curriculum è ancora più grave. Ma sbagliare 4 lettere su 12 esce dall'ambito del discredito per rientrare nel tratto che caratterizza della Tinelli: la comicità involontaria, che in questo caso suscita tenerezza, perché ricorda quegli anziani che non conoscendo l'inglese sono estimatori dell'attore  Umperi Bogart (e mangiano pochi grassi perché hanno il polistirolo alto).

Alcuni fuoriusciti lamentano di essere bisfrattati” (qui)
Sfido chiunque a riuscire a trattenere una sonora risata. Potrebbe essere un banale (e perdonabile) refuso, ma è un errore tanto comico che non poteva non essere segnalato, inoltre è così affine a “indagini segregate” da far dubitare che sia una svista.

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