Se il buongiorno si vede dal mattino, ai 5 cereali di una salutare colazione suggerisco di aggiungere una porzione di qualcosa scritto dalla ricercatrice di Noci su uno dei suoi vari siti o blog. Il buonumore è assicurato anche per chi ha poco senso dell’umorismo.
Tanto entusiasmo per le proprietà salutari della Tinelli è motivato da una pagina memorabile scritta dalla dottoressa che “ogni giorno assiste le vittime di abusi”. Vittime, viene da ipotizzare, assistite con la sorrisoterapia, quella in uso nei reparti di pediatria dove i medici indossano un naso rosso da clown, perché si sa che un sorriso vale più di una medicina.
Questa benefica dose di buonumore si trova sulla pagina Facebook del CESAP Onlus, dov’è pubblicata una mail privata dal contenuto palesemente molto riservato. Il fine è chiaro: un tentativo di “sputtanamento”.
Se a qualcuno dovessero venire in mente aggettivi come “riprovevole” o “meschino”, lo invito a non dare giudizi affrettati. Certo, il puerile sgarbo di pubblicare una email privata andrebbe giudicato ancora più severamente considerando che la Tinelli vuole denigrare proprio chi le ha inviato una email di solidarietà. Inoltre, dovrebbe suscitare sdegno considerando che è una ritorsione compiuta da una Onlus in forma ufficiale e non l'astiosa ripicca della fidanzata insopportabile che nelle barzellette viene abbandonata in prossimità dell’altare dal fidanzato gaglioffo. Potremmo quindi parlare di gretto livore se fosse il sito degli Assaggiatori Grappa e Acquaviti (o fosse pure quello dei contattisti di alieni), ma qui abbiamo a che fare con il CESAP e i parametri di valutazione cambiano. Ancora una volta la vicenda assume un aspetto paradossale, grottesco e bislacco. In una parola: comico.
I motivi sono molteplici. Innanzitutto c’è il paradosso di un abuso perpetrato da un’associazione che dovrebbe difendere le vittime di abusi (e che ci ricorda “che tiene alla tutela della gente che vive abusi psicologici”). Poi c’è il grottesco di chi si lagna senza posa per ingiurie e diffamazioni inesistenti, si atteggia a piccola fiammiferaia ingiustamente “perseguitata e minacciata” e poi compie azioni tanto meschine (ho definito le diffamazioni “inesistenti” perché in rete si trovano unicamente critiche documentate che la Tinelli liquida come ingiurie evitando però di entrare nel merito). E c’è il bislacco dello scadere in vendette infantili (che denotano una personalità capricciosa e rancorosa) da parte di chi si autodefinisce "una persona notoriamente pacata e aperta al confronto, come me” [1] (e intanto deposita una processione di insussistenti denunce ed esposti all’autorità giudiziaria contro altre ricercatrici).
No, in questo caso la pubblicazione di una email privata non è una cosa seria ma tutta da ridere, perché:
[1] La virgola non l’ho aggiunta io.
[2] Forse la "giornalista" Tinelli penserà che la frase “il nostro slogan sarà …” è sbagliata e che sarebbe invece corretto scrivere “il nostro sponsor sarà …”.
Tanto entusiasmo per le proprietà salutari della Tinelli è motivato da una pagina memorabile scritta dalla dottoressa che “ogni giorno assiste le vittime di abusi”. Vittime, viene da ipotizzare, assistite con la sorrisoterapia, quella in uso nei reparti di pediatria dove i medici indossano un naso rosso da clown, perché si sa che un sorriso vale più di una medicina.
Questa benefica dose di buonumore si trova sulla pagina Facebook del CESAP Onlus, dov’è pubblicata una mail privata dal contenuto palesemente molto riservato. Il fine è chiaro: un tentativo di “sputtanamento”.
Se a qualcuno dovessero venire in mente aggettivi come “riprovevole” o “meschino”, lo invito a non dare giudizi affrettati. Certo, il puerile sgarbo di pubblicare una email privata andrebbe giudicato ancora più severamente considerando che la Tinelli vuole denigrare proprio chi le ha inviato una email di solidarietà. Inoltre, dovrebbe suscitare sdegno considerando che è una ritorsione compiuta da una Onlus in forma ufficiale e non l'astiosa ripicca della fidanzata insopportabile che nelle barzellette viene abbandonata in prossimità dell’altare dal fidanzato gaglioffo. Potremmo quindi parlare di gretto livore se fosse il sito degli Assaggiatori Grappa e Acquaviti (o fosse pure quello dei contattisti di alieni), ma qui abbiamo a che fare con il CESAP e i parametri di valutazione cambiano. Ancora una volta la vicenda assume un aspetto paradossale, grottesco e bislacco. In una parola: comico.
I motivi sono molteplici. Innanzitutto c’è il paradosso di un abuso perpetrato da un’associazione che dovrebbe difendere le vittime di abusi (e che ci ricorda “che tiene alla tutela della gente che vive abusi psicologici”). Poi c’è il grottesco di chi si lagna senza posa per ingiurie e diffamazioni inesistenti, si atteggia a piccola fiammiferaia ingiustamente “perseguitata e minacciata” e poi compie azioni tanto meschine (ho definito le diffamazioni “inesistenti” perché in rete si trovano unicamente critiche documentate che la Tinelli liquida come ingiurie evitando però di entrare nel merito). E c’è il bislacco dello scadere in vendette infantili (che denotano una personalità capricciosa e rancorosa) da parte di chi si autodefinisce "una persona notoriamente pacata e aperta al confronto, come me” [1] (e intanto deposita una processione di insussistenti denunce ed esposti all’autorità giudiziaria contro altre ricercatrici).
No, in questo caso la pubblicazione di una email privata non è una cosa seria ma tutta da ridere, perché:
- È difficile prendere seriamente una piccolissima associazione che vanta immaginari “soci corrispondenti con l’estero nelle varie lingue” che assicurano “il collegamento con i Paesi Comunitari ed Extracomunitari” come se il CESAP fosse chiamato a intervenire nelle aree di crisi del pianeta.
- È difficile dare credito a un’associazione antisette che vanta un astruso “Responsabile area qualità” e pubblica sulla home page un proclama propagandistico di Scientology (e l'unica volta che scrive qualcosa esordisce con "Tieni dìocchio").
- È difficile non ridere di un velleitario “Centro Studi” che dovrebbe “Promuovere e coordinare attività di ricerca e di studio”, ma non produce praticamente niente e il materiale pubblicato nella sezione “Documenti e Studi” è sostanzialmente copiato da altri siti (talvolta senza citare la fonte).
- È difficile non ridere di una associazione che – benché di recente costituzione e costituita in pratica da una sola persona - dichiara che “Nel 2002 sono state seguite 238 tesi di laurea e di specializzazione”, un’affermazione su cui non vale neppure la pena fare dell’ironia (ma al CESAP sembra ancora poco e per lo stesso anno aggiunge “abbiamo archiviato 247 dossier su gruppi specifici”).
- È difficile prendere seriamente un'associazione che diffonde statistiche assolutamente non credibili (talvolta contraddette dalla sua presidente che riporta valori molto differenti ma altrettanto non credibili).
- È difficile prendere seriamente una ricercatrice che vanta la pubblicazione di un suo articolo in un libro, ma libro e relativa casa editrice risultano entrambi inesistenti.
- È difficile dare credito a una ricercatrice che sostiene di collaborare con l’Università La Sapienza e di avere per questa prodotto una ricerca (nel 1989, quando aveva 22 anni), quando all’università non risulta né la ricerca né la ricercatrice; o che sostiene di collaborare con un istituto di Urbino e di avere per questi prodotto una ricerca, ricerca che nella realtà è la tesina finale di un corso frequentato presso l'istituto.
- È difficile dare credito a una scienziata che sostiene di essere “Iscritta all’Ordine dei Giornalisti” quando si scopre che è una balla.
- È difficile non ridere di una ricercatrice che afferma di avere realizzato il “cdrom interattivo” allegato a un testo scolastico quando il CD non esiste e il testo non ha allegati.
- È difficile non ridere se una ricercatrice assiste tra il pubblico alla presentazione di un libro e poi scrive di avere “presieduto ad una Udienza alla Camera dei Deputati”.
“ribadisco che è sempre importante valutare i titoli che la gente ci propina”
Lorita Tinelli
[1] La virgola non l’ho aggiunta io.
[2] Forse la "giornalista" Tinelli penserà che la frase “il nostro slogan sarà …” è sbagliata e che sarebbe invece corretto scrivere “il nostro sponsor sarà …”.
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